lunedì 23 gennaio 2017

Credito Valtellinese e BPER: storia di un matrimonio necessario?

Sulle banche italiane pesano crediti di dubbia esigenza? Crediti di dubbia esigenza legati a rapporti spesso conflittuali con soci scomodi? Sono tante le storie, sapute o che di tanto in tanto emergono, che infarciscono le cronache finanziarie, ma che obbligano gli istituti di credito italiani a profonde pulizie di bilancio per ritornare competitivi, e per rispondere ai parametri sempre più stringenti imposti dalla Bce e dagli stress-test.

A dispetto delle dimensioni però, si moltiplicano le pressioni dall’alto per implementare nuove fusioni operative “per affogare” negli attivi quelle criticità che tanto spaventano. Su questo preambolo una delle prede più ambite, per motivi di geolocalizzazione territoriale legate al potenziale patrimoniale, è il Credito Valtellinese.

La banca sta operando con convinzione una pulizia di bilancio, profonda e accurata, propedeutica ad un’unione già scritta: da tempo si conoscono le affinità dello istituto Lombardo con la Banca popolare dell’Emilia Romagna, e i reciproci attestati di stima dei vertici.

Due fatti hanno lanciato un segnale chiaro e forte al mercato


La trasformazione in Spa (29/10/2016) e la successiva eliminazione dallo Statuto del famoso tetto del 5% di possesso azionario segnalano come l’istituto sia pronto al M&A, e come i successivi passi rafforzino questa tesi.

A chi gli parla di Bper, Mauro Selvetti direttore generale dell’istituto risponde “ Siamo aperti a questo tipo di valutazione che parrebbe inesorabile per allargare la base clienti e sostenere la redditività”

Storicamente la banca è esposta al segmento delle PMI e al settore immobiliare, confermando la diretta dipendenza dagli “sbuffi” dello scenario macroeconomico; tuttavia ben consci di ciò i vertici dichiarano la chiusura di 73 filiali per 234 dipendenti con evidenti risparmi, ma anche di deconsolidare 1,5mld di euro di crediti in sofferenza (57% dei bad loans del gruppo) attraverso una operazione di cartolarizzazione assistita dalla garanzia dello stato, aumentando dal 41,1% al 42,5% il tasso di copertura sulle esposizioni non performanti (Npe).

Interventi che rendono plausibile la perdita netta di 136 milioni di euro al 30/09/2016 (utile di 11,88 milioni al 30/09/2015) ma assommano rettifiche nette di valore per deterioramento crediti ed altre attività finanziarie pari a 389mln di Euro (225mln di Euro al 30/09/2015).

A cascata c’è stato un sensibile ridimensionamento di tutti gli attivi più importanti di bilancio; risultato di gestione -38% a 175mln di Euro (282,25 precedente), proventi operativi 558,91 (655,71 precedente), margine di interesse attestato a 315,93 (dai 351,98 precedenti).

A dispetto di questi scarni numeri la valutazione della banca è poco impegnativa?

Gli addetti ai lavori segnalano come post acquisizione di Cariferrara, la BPER sia il soggetto più accreditato sia per le dimensioni/protocollo che consentirebbero al Creval di entrare in un modello di banca molto congeniale sia per la bassa sovrapposizione di sportelli che consentirebbe forti sinergie strategiche ed un ulteriore risparmio di costi in termini di operatività.

A livello di rumors poi circola una ipotesi che vedrebbe un coinvolgimento, oltre a BPER e Credito Valtellinese, anche di Unipolbanca per la creazione del sesto gruppo creditizio nazionale per un impatto molto significativo nel Nord Italia.

Ma quanto vale il Credito Valtellinese ? 


Attualmente numeri prudenziali parlano di un valore compreso fra 0,62 e 0,65 Euro ad azione ma si sa che, in ambito di operazioni di M&A sopraggiungono valutazioni su aspetti futuristici de business della banca oltre che sul premio di maggioranza ivi facendo poi riferimento anche ai parametri di altre operazioni similari.

Per ora il mercato tiene alto l’interesse, e i volumi scambiati sono lì a testimoniarne l’estrema attenzione non solo sui numeri ma sulla posizione strategica della banca vero ago della bilancia! Il mercato ha capito che, a dispetto di annunci plurimi di solidità delle banche tricolori, si và in una direzione obbligata: l’accorpamento di più istituti per rispettare i parametri voluti dalla BCE, ed in questo senso sta scommettendo.

Analisa Fondamentale
R. Spinelli


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