mercoledì 22 marzo 2017

+275% dopo sei mesi borsa: tutta luce propria?

Aeroporto di Bologna: un decollo verticale ad alta prospettiva
Sogno o son desto?

Partiamo dal 15 Luglio 2016, giorno in cui la matricola Aeroporti di Bologna fa il suo sbarco a Piazza Affari a 4,50 Euro per azione; una giornata spumeggiante che lo scalo emiliano chiude a 5,95 Euro con quasi 2,7 milioni di titoli scambiati.

Un autentico boom inaspettato?

Facciamo un passo indietro. Da una lettura attenta del prospetto informativo apprendiamo che, facendo riferimento al prezzo di collocamento, la capitalizzazione di Aeroporto di Bologna è pari a circa 162,5 milioni di Euro.

Pochi sono i parametri, per un sano confronto, da tenere in considerazione. Prendendo in esame i risultati all’epoca dell’IPO (cioè quelli del 2014) e il valore di collocamento delle azioni il rapporto tra prezzo e utile netto risulta pari a 23,6.

Il rapporto tra Enterpise Value (valore dato dalla somma tra capitalizzazione e indebitamento stimato al termine dell’operazione di collocamento) e margine operativo lordo sempre relativo all’esercizio 2014 si attestava a 7. Il rapporto tra EV/Ebit si fermava a 12.
Nel prospetto informativo dell’Ipo, i vertici dello scalo emiliano hanno confrontato questi numeri con i multipli calcolati per alcuni gruppi internazionali attivi nel settore aeroporti, il p/e di queste società era compreso tra i 22,1 e i 30,1 mentre il rapporto tra Ev/Ebit oscilla da un minimo di 8.4 ad un massimo di 13,5. Tra le società prese in esame spicca SAVE, società che gestisce gli scali aeroportuali di Venezia e Treviso ( e di Charleroi in Belgio) , che vanta un P/E di 23,9 e un rapporto Ev/Ebit pari a 11,7.

Ora la forte rivalutazione delle quotazioni azionarie ha certamente colmato il divario minimo creatosi sui fondamentali; quali allora le ragioni di un’autentica esplosione delle quotazioni fino ai 16,93 attuali?

La realtà dei fatti

Dice il Direttore Generale dell’Aeroporto di Bologna Nazareno Ventola “ ci concentreremo sullo sviluppo delle infrastrutture di Bologna ma non ci sottrarremo nel caso si presentassero opportunità di consolidamento esterno”

Nel dettaglio il piano di ampliamento dello scalo aeroportuale felsineo è molto ambizioso e, oltre al collegamento metropolitano fra Stazione e Aeroporto, mira ad una serie di interventi capillari che puntano al raggiungimento nel breve dei 10milioni di passeggeri annui.

Una stagione di successi

Nei primi due mesi del 2017 Bologna conferma il trend di crescita passeggeri con un +3,4%, rafforzato dall’estensione dell’accordo con Ryanair (2022) pronta ad aprire nuove rote europee e dall’ottenimento del visto Cina per lo scalo bolognese, uno dei pochi scali a livello nazionale a poterlo annoverare.

Conclusioni: avanti, ma con estrema prudenza!

Il forte rialzo delle quotazioni azionarie parrebbe avere correttamente prezzato lo scalo bolognese, tuttavia alcune situazioni in via di maturazioni impongono un’occhio vigile sull’aeroporto di Bologna e sulla sua posizione strategica nel traffico aereo italiano.

Nel settembre 2016 Atlantia, società che gestisce le autostrade italiane, sottoscrive con il Fondo Amber un accordo per l’acquisto del 21,3% di SAVE (società che gestisce gli scali veneziani) al prezzo fissato di Euro 14,75 per azione.

Atlantia controlla direttamente anche la società Aeroporti di Roma.

Il Fondo Amber di cui sopra è anche azionista di Aeroporto di Bologna con una quota del 15,082% (primo azionista la Camera di Commercio di Bologna col 37,559).

Il forte rastrellamento azionario degli ultimi tempi delle azioni dello scalo bolognese è per lo meno sospetto, quindi, ed esula in parte da motivazioni naturali/fondamentali per sottolineare il forte ampliamento del Marconi.

Si fa strada addirittura un’ipotesi, nient’affatto remota, che vede Aeroporti di Bologna inserire il neonato Aeroporto Ridolfi di Forlì come seconda pista creando un circuito aeroportuale che troverebbe una favorevole valvola di autoalimentazione nel settore turismo della Costa Romagnola.

Ecco quindi che la partita a scacchi per la conquista dello scalo bolognese assume toni speculari molto precisi, e forse la quota del Fondo Amber può essere ceduta a chi nel frattempo sta accumulando in borsa in maniera fin troppo chiara.

Analista Finanziario
R. Spinelli

giovedì 23 febbraio 2017

Technogym: una nicchia tutta d’oro


Una società solida che produce buoni utili per un buon investimento

Alla faccia!!!  Ci parlano di debito pubblico su scala industriale dalle problematiche irreversibili; ci parlano della crisi del partito di maggioranza (emanazione dell’esecutivo in carica) come  sindrome dei prossimi disastri…eppure!!!
Eppure la borsa sale, e la rotazione settoriale sta facendo partire situazioni sopite da parecchio tempo, il tutto al traino degli indici americani che nonostante proteste pesanti contro il neo/Presidente continuano a macinare record su record.

Magie a stelle e strisce

Sull’effetto dirompente della politica  dell’inquilino della Casa Bianca si è detto e scritto molto, e tanto si continuerà a fare fino ai classici “dati di fatto”; è innegabile comunque il traino di Donald Trump sul quadro generale lasciato dal suo predecessore….un traino simile ad un violento scossone.
America First può significare tutto o niente, ma sicuramente qualora certificato potrebbe essere la porta di ingresso per un mercato ricco dove pochi/un numero limitato potrà accedere.

Un miracolo targato Romagna

Technogym, azienda leader mondiale nella fornitura di prodotti, servizi e soluzioni per il fitness/wellness, ha il suo quartier generale in Romagna e da lì ha cominciato una lenta ma inesorabile scalata ai vertici del mercato.
E’ proprio il mercato Americano quello che potrebbe garantire il decollo dell’azienda e del suo valore borsistico, e l’ottimismo di Nerio Alessandri (Fondatore e Ad di Technogym) si tocca con mano:
“Ad acquisire azioni Technogym al collocamento sono stati i più grandi fondi istituzionali americani, perché siamo molto attraenti per il mercato statunitense, ed è lì che puntiamo a crescere anche per quest’anno. Per quanto riguarda il Nord America, secondo i dati dei nove mesi 2016, la crescita dei ricavi è stata del 28,9% per un valore pari a 41,9 milioni di Euro (parametrato ai 385,1 milioni totali del gruppo); in generale però il fatturato del gruppo è internazionale, infatti solo il 10% viene realizzato in Italia e ben il 40% fuori dall’Europa. Negli Stati Uniti intendiamo continuare sulla strada già tracciata finora; nel nostro settore il mercato è molto standardizzato nelle fasi iniziali, poi si passa alla fase di differenziazione e Technogym rappresenta questa concreta possibilità per i consumatori. Abbiamo clienti molto importanti in Usa ma soprattutto siamo fornitori dei Trump Hotel e contiamo in un futuro prossimo di annoverare anche la Casa Bianca fra i nostri clienti.”
Technogym: l’azienda

L’azienda romagnola è una vera e propria “macchina da utili”, attiva in un settore di nicchia e capace in poco di tempo di conquistarne velocemente i vertici.
Due cifre, espresse in migliaia di Euro, sono sufficienti a descrivere i contorni del quadro: Dal 2013 con Ricavi per 410.393 e utili per 1554 si passa al 2015 con Ricavi pari a 511.786 e utili per 28.354/
L’uscita  del Fondo Arle Capital, che ha ceduto l’11,25% della società a 4,45 Euro per azione marcando una sorta di soglia nel valore intrinseco dell’azienda, non ha causato grandi scossoni in borsa dove le quotazioni proseguono una lenta ma inesorabile crescita.
Ci sono nomi illustri della finanza che hanno dato un parere su Technogym: da Goldman Sachs a Jp Morgan, per passare da Mediobanca, tutti concordano sul come il leader del mercato del wellness abbia nella diversificazione geografica del business il suo punto forte. Siamo dinanzi ad un marchio percepito positivamente tale che si stima una crescita dei profitti netti di oltre il 20% per i prossimi quattro anni per arrivare a circa 80mln per il 2020, mentre la solida struttura finanziaria e la generazione di cassa potrebbero permettere il pagamento di un buon dividendo.
Il mercato si aspetta molto da Technogym e il continuo ondeggiare delle quotazioni da qualche settimana attorno alla soglia psicologica dei 5 euro lascia presagire qualche novità in arrivo per il primo appuntamento del 6 marzo (esame dei conti a fine 2016).
Alla riga dei 9 mesi 2016 la società romagnola si è fermata a ricavi pari a Euro 385,1mln (+9,4% rispetto ai 352,1 mln registrati nello stesso periodo del 2015) con un progresso a cambi costanti pari all’11,2% contro uno striminzito 4% del mercato.
Technogym cresce più del mercato e si rafforza in America confermando l’interesse generale dei segmenti Club, Hospitality, Corporate e Medical per il suo prodotto di qualità.
Il volano della sponsorizzazione olimpica (in procinto quella di Tokyo 2020) ha portato ancora più visibilità al marchio che realizza l’85% del proprio giro d’affari con il sistema di vendita business to business.
Attualmente l’export rappresenta l’88% del giro d’affari dell’azienda ed i numeri dicono che le installazioni in palestre sono state circa 50mila, con un giro di circa 20milioni di utenti che utilizzano le attrezzature ogni settimana, mentre le installazioni in abitazioni private sono state circa 20mila. A questo volano assommiamo partnership di prestigio; Ferrari, i team velici di Luna rossa e Alinghi e con la squadra di calcio inglese del Chelsea.
Quanto vale Technogym

Buy!! Un titolo poco correlato all’andamento degli indici e quindi forse anche da cassetta! Il titolo potrebbe valere circa 20 volte il prezzo/utile 2017 scambiato oggi a valori più bassi, e i buoni numeri licenziati ad ogni sessione dalla azienda potrebbero sorprendere gli analisti costringendoli a repentine revisioni al rialzo dei loro target.
Attualmente secondo stime prudenti il titolo ha un valore oscillante tra 5,75 e 5,90 tenendo conto che la società dovrebbe continuare a sovraperformare i già buoni trend di base dell’industria del fitness; tutto dipende dai prossimi dati dell’azienda e soprattutto da possibili/probabili novità che Nerio Alessandri vorrà comunicare al mercato, ma più in generale scommettere oggi su Technogym potrebbe essere un utile volano a basso rischio per scommettere su di una società a crescita costante.

Analista Fondamentale
R. Spinelli

lunedì 23 gennaio 2017

Credito Valtellinese e BPER: storia di un matrimonio necessario?

Sulle banche italiane pesano crediti di dubbia esigenza? Crediti di dubbia esigenza legati a rapporti spesso conflittuali con soci scomodi? Sono tante le storie, sapute o che di tanto in tanto emergono, che infarciscono le cronache finanziarie, ma che obbligano gli istituti di credito italiani a profonde pulizie di bilancio per ritornare competitivi, e per rispondere ai parametri sempre più stringenti imposti dalla Bce e dagli stress-test.

A dispetto delle dimensioni però, si moltiplicano le pressioni dall’alto per implementare nuove fusioni operative “per affogare” negli attivi quelle criticità che tanto spaventano. Su questo preambolo una delle prede più ambite, per motivi di geolocalizzazione territoriale legate al potenziale patrimoniale, è il Credito Valtellinese.

La banca sta operando con convinzione una pulizia di bilancio, profonda e accurata, propedeutica ad un’unione già scritta: da tempo si conoscono le affinità dello istituto Lombardo con la Banca popolare dell’Emilia Romagna, e i reciproci attestati di stima dei vertici.

Due fatti hanno lanciato un segnale chiaro e forte al mercato


La trasformazione in Spa (29/10/2016) e la successiva eliminazione dallo Statuto del famoso tetto del 5% di possesso azionario segnalano come l’istituto sia pronto al M&A, e come i successivi passi rafforzino questa tesi.

A chi gli parla di Bper, Mauro Selvetti direttore generale dell’istituto risponde “ Siamo aperti a questo tipo di valutazione che parrebbe inesorabile per allargare la base clienti e sostenere la redditività”

Storicamente la banca è esposta al segmento delle PMI e al settore immobiliare, confermando la diretta dipendenza dagli “sbuffi” dello scenario macroeconomico; tuttavia ben consci di ciò i vertici dichiarano la chiusura di 73 filiali per 234 dipendenti con evidenti risparmi, ma anche di deconsolidare 1,5mld di euro di crediti in sofferenza (57% dei bad loans del gruppo) attraverso una operazione di cartolarizzazione assistita dalla garanzia dello stato, aumentando dal 41,1% al 42,5% il tasso di copertura sulle esposizioni non performanti (Npe).

Interventi che rendono plausibile la perdita netta di 136 milioni di euro al 30/09/2016 (utile di 11,88 milioni al 30/09/2015) ma assommano rettifiche nette di valore per deterioramento crediti ed altre attività finanziarie pari a 389mln di Euro (225mln di Euro al 30/09/2015).

A cascata c’è stato un sensibile ridimensionamento di tutti gli attivi più importanti di bilancio; risultato di gestione -38% a 175mln di Euro (282,25 precedente), proventi operativi 558,91 (655,71 precedente), margine di interesse attestato a 315,93 (dai 351,98 precedenti).

A dispetto di questi scarni numeri la valutazione della banca è poco impegnativa?

Gli addetti ai lavori segnalano come post acquisizione di Cariferrara, la BPER sia il soggetto più accreditato sia per le dimensioni/protocollo che consentirebbero al Creval di entrare in un modello di banca molto congeniale sia per la bassa sovrapposizione di sportelli che consentirebbe forti sinergie strategiche ed un ulteriore risparmio di costi in termini di operatività.

A livello di rumors poi circola una ipotesi che vedrebbe un coinvolgimento, oltre a BPER e Credito Valtellinese, anche di Unipolbanca per la creazione del sesto gruppo creditizio nazionale per un impatto molto significativo nel Nord Italia.

Ma quanto vale il Credito Valtellinese ? 


Attualmente numeri prudenziali parlano di un valore compreso fra 0,62 e 0,65 Euro ad azione ma si sa che, in ambito di operazioni di M&A sopraggiungono valutazioni su aspetti futuristici de business della banca oltre che sul premio di maggioranza ivi facendo poi riferimento anche ai parametri di altre operazioni similari.

Per ora il mercato tiene alto l’interesse, e i volumi scambiati sono lì a testimoniarne l’estrema attenzione non solo sui numeri ma sulla posizione strategica della banca vero ago della bilancia! Il mercato ha capito che, a dispetto di annunci plurimi di solidità delle banche tricolori, si và in una direzione obbligata: l’accorpamento di più istituti per rispettare i parametri voluti dalla BCE, ed in questo senso sta scommettendo.

Analisa Fondamentale
R. Spinelli


Calma apparente ma due Blue Chip sorprendono sul FtseMib

mercoledì 18 gennaio 2017

Oracle scommette su Tas: la moneta elettronica a 3 cifre %

L’inizio di anno borsistico è stato col botto; un botto fragoroso più di quello d’un Magnum d’annata!!
L’indice FtseMib ha rotto con decisione al rialzo una prolungata congestione che lo vede proiettato, come primo obiettivo, in area 25.000 punti.

Tutto il listino si sta muovendo coralmente, guidato dai bancari che vantano il maggior peso sull’indice stesso, in virtù di una rotazione settoriale che porta parecchi addetti ai lavori a sbilanciarsi sul come (finalmente) il 2017 sia l’anno d’oro di Piazza Affari.

Forse è proprio questo il momento dove la parola “selezionare” ha un’importanza capitale senza farsi prendere da inutili frenesie e dove guardare ad un bilancio sano vuol dire evitare “una scommessa al buio”!!

+272% nel 2016


+272% nel 2016, parrebbe un dettaglio abbastanza chiaro; soprattutto se aggiungiamo un altro +76% nei primi 14 giorni di Gennaio. Se questi dati andassero letti per un titolo attualmente in black-list ci sarebbe da pensare ad una contraddizione palese; ma TAS ha dato prova in breve tempo di grande solidità patrimoniale e di una inversione a 360° che ha davvero del poderoso.

Fondata nel 1982, società specializzata in soluzioni software per la monetica; leader in Italia nei sistemi di card management (la sigla POS ne è eloquente rappresentante) TAS ha un grafico mensile che parla in modo chiaro e nitido, e dice euro 13,45!!

Le caratteristiche della società


Un titolo da maneggiare con estrema cura ed attenzione; un flottante del 12% (ma destinato ad essere incrementato), ma soprattutto l’impossibilità di inserire ordini “al meglio” con una forbice “bid e ask” abbastanza insolita, e che danno adito a brusche e improvvise impennate in ambedue i sensi.

Insomma, scommessa si ma con grande cautela; un titolo che piace, Oracle per primo ci ha scommesso siglando una sostanziosa partnership e che , a detta del Presidente Dario Pardi, potrebbe non rimanere l’unica.

Chi c’è dunque dietro alla impennata verticale di questo inizio 2017?


La società, raccontano i vertici, aveva solo bisogno di una “normalizzazione finanziaria” avendo, dal 30/11/2012, già siglato un possente accordo di ristrutturazione con le banche creditrici che hanno significativamente concesso ulteriore fiducia sulla base delle ultime normative di legge in fatto di “monetazione elettronica” capaci di spingere ulteriormente il core business dell’azienda.

T.A.S registra, a livello dei primi 9 mesi del 2016, una perdita netta di 3,6 milioni di Euro (4,8 milioni di Euro al 30/09/2015) mentre la posizione finanziaria netta è positiva per 7,3 milioni di Euro (-18,2 milioni di Euro al 31/12/2015); l’esecuzione del piano industriale-finanziario approvato 2016/2020 dovrebbe garantire poi quei livelli di crescita consoni per la società che vuole affermarsi a tutto tondo.

Ci sono solide prospettive per quest’azienda entrata nelle attenzioni di grossi colossi internazionali che se ne contendono il core-business; in particolare l’introduzione della moneta elettronica nei telefonini e nelle app da scaricare gratuitamente è un settore che prospetta ampi margini reddituali che il titolo potrebbe ancora non avere scontato, soprattutto se allacciato ad una grossa partnership del settore che fornisca “cassa” importante per il bilancio.

Analista Finanziario
R. Spinelli

martedì 10 gennaio 2017

mercoledì 4 gennaio 2017

Stm non sta mica invertendo!



Perché è ancora sbagliato pensare di andare short su Stmicroelectronics? I sono dettagli in questo video però, se hai 2 minuti, mi farebbe piacere leggere anche cosa ne pensi tu! Commenta e condividi questo video!